GROSSETO – Non tira aria buona a Grosseto. Almeno stando alle tante segnalazioni dei cittadini che in questo periodo, di nuovo, intervengono sui social, ma anche con la redazione del Tg9, sulla puzza che si respira in città. Già dalla seconda metà di novembre il tema è tornato centrale nel dibattito pubblico. Adesso Grosseto Città Aperta torna a interrogare il sindaco per avere risposte “sulle maleodoranze che da giorni stanno nuovamente investendo Grosseto, verosimilmente prodotte dagli otto impianti di biogas che accerchiano l’abitato”. Lo scrivono i consiglieri Carlo De Martis e Marilena Del Santo.
Ma facciamo un passo indietro, alla fine della scorsa consiliatura. Nel luglio del 2021 Antonfrancesco Vivarelli Colonna si congratulò con se stesso per aver firmato un protocollo tra il Comune di Grosseto e i titolari degli impianti di biogas, che avrebbe normato l’uso del biogas, così da risolvere i problemi relativi ai cattivi odori. Evidentemente, però, qualcosa non ha funzionato. Oggi la minoranza definisce quel protocollo un pannicello caldo e il sindaco troppo morbido nei confronti del problema.
In effetti non si può negare il malumore di molti e anche le preoccupazioni di chi – come il Comitato Aria Pulita – manifesta periodicamente, chiedendo più controlli.
Stiamo parlando di una materia indubbiamente complessa, dove sicuramente sarebbe utile – per sgomberare il campo da dubbi ed equivoci – la totale trasparenza sui controlli eseguiti da Comune, Arpat e Asl. Sono mai stati individuati impianti senza le necessarie coperture sui digestati? Sono state eseguite verifiche sul rispetto di quanto dichiarato dagli esercenti degli impianti nei rispettivi Piani di utilizzazione agronomica, con riferimento alle modalità di distribuzione e spargimento sui terreni del digestato? Al di là delle appartenenze politiche, i cittadini hanno diritto di avere risposte chiare e rapide. Servizio nelle prossime edizioni del Tg9.